City of the Sun by Seven Impale

City of the Sun, Grandissimo album della band Norvegese Seven Impale, del 2014.

Sei musiciti con esperienze nel jazz e nella musica classica, questo il loro album di debutto, meraviglioso dall'inizio alla fine, altra testimonianza che la scena scandinava, quello che io chiamo il Northern Prog, sia in costante ascesa ormai da molti anni e stia dominando la musica progressive di questo secolo.

Grandissime capacita' di esecuzione per inventare qualcosa di nuovo, un album eclettico, a tratti oscuro e pesante e a volte aggressivo, ma anche con momenti di soft jazz e molti temi melodici insieme, esplosioni, improvvisazioni jazz e alcuni passaggi al limite dell'avanguardia, all'occorrenza bellissimo basso distorto.

Un album sofisticato che unisce alla grande jazz rock, progressive rock e qualcosa di progressive metal con un bel groove.

- Notevole la opening track, Oh, My Gravity!, che parte Jazz e poi si fonde con bellissimo prog in modo molto articolato e complesso, con un tripudio di stacchi enfatizzati da eccellenti fiati e in particolare un grandissimo assolo di sax. Bellissimo Brano.
- Windshears inizia con un mood soffuso e leggero con un fortissimo accento Jazz e ancora il sax in cattedra ma anche la sezione ritmica e' eccellente, poi il brano cresce in modo imponente e inquietante con una fantastica fusione prog rock-fusion, con una voce puramente prog style con il suo mood nordico e una complessita' gestita con esecuzioni eccellenti e incursioni di puro Rock Elettrico per un finale molto aperto e trascinante con una atmosfere luminose. Grande Brano 
- Eschaton Horo altro brano che parte decisamente fusion, grande basso e una batteria sottile e precisa. Staccchi a non fnire e il caos dei fiati che ci gioca sopra. Brano carico di tensione nella parte iniziale che cala di ritmo improvvisamente e la tastiera disegna un giro leggero e sincopato, la voce entra leggera, bellissimo movimento di sound e bella la melodia, il brano diventa dolce e leggero nel suo complesso e poi la melodia viene distrutta da una ripartenza nel mondo del caos, stacchi sincopati, aggressivi, ininterrotti fino al finale giro di chitarra e batteria puramente progressive metal, inquietante e teso con un bellissimo solo di chitarra dissonante e batteria precisa e dura. Poi un urlo della band e si avvia per alcune battute su un giro rock scadito dai fiati e la chitarra all'unisono molto efficace... sul finale torna il mood soffuso e leggero con un fortissimo accento Jazz e ancora il sax in cattedra, la voce sottile... accenti puramente jazz. Un Capolavoro questo brano.   
- Extraction parte con un rock caotico e duro. Lo stesso tema viene convertito subito in Jazz fusion. E poi la variazione con voce hard rock e una ampia fase epica, con batteria lenta e decisa. Un mood zeppeliniano nella voce e il sound che si arricchisce di piano e chitarra jazz nei momenti soft, perche' il caos torna a disturbare la quiete a piu' riprese con tastiere prog seventies, per lasciare spazio di nuovo a fasi epiche e trascinanti. Altro capolavoro. 
- E dopo tutta questa bellezza, non c'e' un calo, anzi, God Left Us For A Black Dressed Woman e' la traccia che mi piace di piu',si chiude in crescendo, 14 minuti di grande maestria,  grandissimo sassofono fin dalle prime battute, un mood jazz rock con suoni di tastiera molto innovativi. Una vera suite che inizia maestosa con un tema che e' perfettamente in clima northern prog, inquietante e imponente, interpretato con diversi toni e enfasi, chitarre acustiche davvero eccellenti. Splendida la voce e la interpretazione. Grande sfoggio di tecnica a tutti il livelli e su tutti gli strumenti, giri jazz con chitarra distorta. Molteplici variazioni sul tema principale ma senza perdere il focus sul Jazz rock. Un lavoro della band puramente orchestrale. Grandissimo pezzo.

Album Spettacolare, assolutamente raccomandato, soprattutto a chi ama il jazz nel rock e a tutti agli amanti del Prog e Jazz Rock fusion!

I Brani
1. Oh, My Gravity! (10:08)
2. Windshears (6:44)
3. Eschaton Horo (8:46)
4. Extraction (6:48)
5. God Left Us for a Black-Dressed Woman (14:41)
Durata 47:07

La Formazione
- Stian Økland - voce, chitarra
- Erlend Vottvik Olsen - chitarra
- Håkon Vinje - tastiere
- Benjamin Mekki Widerøe - sassofono
- Tormod Fosso - basso, violoncello
- Fredrik Mekki Widerøe - batteria
Con:
- Iver Sandøy - interprete, produttore, mixaggio