Bellissimo questo Indian Summer dei Landberk, il loro ultimo disco del 1996, dopo il quale la band purtroppo si e' sciolta.
Band svedese capace di un sound Progressive rock molto "dark", cupo e malinconico, con bellissime parti di Mellotron e Chitara, piu' nei suoi brani lenti e potenti che negli altri piu' movimentati.
Compare nella Line Up Nils Reine Fiske che ha anche suonato come ospite in due dischi dei Motorpsycho e che nell'album offre bellissimi assoli di chitarra.
Queste le mie impressioni sui brani:
- Humanize, brano lento e molto efficace, un sound già dark ma non esasperatamente, bello il giro di chitarra che accompagna tutto il brano.
- All Around Me parte con una bella base di batteria, bella l’intensità della voce a tratti distorta come lo e' a tratti la chitarra sullo sfondo, fin quando diventa piu decisa e imponente, con un basso profondo. Bel pezzo davvero con i suoi intermezzi quasi ambient su cui una leggera batteria accompagna un assolo di malinconica chitarra. Bellissima atmosfera mentre la tastiera chiude il brano.
- 1st Of May inizia con un rock classico, il pezzo più ritmato e orecchiabile del disco. Bella anche qui la voce e la chitarra, bella la struttura del pezzo. Una canzone bellissima di pregevole pop-rock.
- I Wish I Had A Boat chiude il lato A col suo ritmo lento e la scarna sezione ritmica che disegna una base sulla quale le tastiere stendono un tappeto di suoni lungh e la chitarra acustica bellissimi giri che arricchiscono il brano.
- Dustgod apre il lato B che inizia con una canzone ritmata e coinvolgente dove pero' non si perde quella atmosfera sospesa nella quale tutti gli strumenti sono equilibrati e vince la melodia. La voce ancora molto bella, ricorre a tratti al farsetto, che ci sta bene in questi caso ma fa molto pop. Bello in particolare il testo in questo brano. A mio parere.
- Dreamdance parte ancora con un ritmo veloce, il brano piu' solare del disco che ricorda una hit estiva anni 80 ma con una atmosfera comunque pacata. Solare non significa allegro e sicuramente non significa banale. Anche qui pero' si percepisce nella seconda parte del brano l'intenzione di rendere corposo e consistente anche un brano che potrebbe apparire piu' leggero. Belle emozioni, come una strana inaspettata felicita'. Bella la chiusura del pezzo.
- Why Do I Still Sleep ci riporta nel mondo piu' intenso che questa band sa esprimere a mio avviso. Quello del sogno, dei suoni lunghi e profondi, del volo sulle cose, guardate dall'alto e con un voluto distacco, al rallentatore, ad una distanza di sicurezza, mentre tutto si muove lo vediamo e non ci tocca. Un mondo nel quale mi piace stare. Fantastico pezzo.
- Indian Summer resta in quel mondo li', un pezzo dominato da uno splendido giro di chitarra suonata a diversi livelli di intensita' e accompagnato da un canto leggero e malinconico anch'esso a diversi livelli di intensita'. Lo stesso concetto si ripete piu' volte, fra pause si silenzio. Bellissimo.
Un disco che ha due facce, quelle di brani piu' "leggeri" suonati comunque molto bene e con ottimi arrangiamenti e il lato che esprime un bellissimo prog malinconico che ha il suo picco nei brani All Around Me, Why Do I Still Sleep? e nella title track. Peccato davvero sia stato l'ultimo album. In questa reissue anche un book con belle foto e la storia della band. Un disco che poteva forse aprire un ciclo nuovo, alcuni brani potevano attrarre un pubblico meno "di nicchia" e che mette in luce il grandissimo chitarrista Reine Fiske, tecnica e gusto eccellenti nelle sue interpretazioni.
Consigliato per gli amanti del progressive rock, del pop-rock di altissimo livello, con il suo mood scandinavo, ma non solo...
1. Humanize (6:07)
2. All Around Me (9:03)
3. 1st Of May (3:34)
4. I Wish I Had A Boat (5:41)
5. Dustgod (5:04)
6. Dreamdance (4:49)
7. Why Do I Still Sleep (7:55)
8. Indian Summer (5:12)
Durata 46:05
- Patric Helje - voce
- Reine Fiske - chitarra
- Simon Nordberg - tastiere, produttore
- Stefan Dimle - basso
- Jonas Lidholm - batteria
Con:
- Sara Isaksson - voce (7)
- Lotta Johansson - sega musicale (1)
- Sebastian Öberg - violoncello (4)