Remnants Of Light album piu' recente, del 2024 dei Needlepoint, una band Norvegese di Oslo, fondata nel 2010, influenzata dal jazz, dal rock psichedelico e progressive rock anni '70.
Questo disco mi e' stato suggerito pochi giorni fa in Norvegia presso presso Fuzzy platebar a Molde. Ottimo suggerimento, prendero' sicuramente anche gli album pecedenti di questa band!
41 minuti circa per 9 brani, con un'atmosfera perfetta per gli amanti come me della musica con sound seventies.
Alcune note sulle tracce:
- On Remnants of Light: bellissimo brano con tutto il sapore degli anni 70, dolce e leggero.
- Head in the Sand: inizia con un tipico beat e poi cambia verso un prog a tratti psichedelico, batteria davvero centrata sul pezzo, bel lavoro di fiati e tastiera quando il pezzo si apre, notevole. Sembra un pezzo facile ma tecnicamente non lo è affatto.
- While Our World Is Still Revolving: anche questo si apre beat con una ritmica vintage e la voce che sembra venire dal passato, bel basso e chitarra che creano una bella atmosfera. Bel lavoro di tastiere in tutto il brano con un assolo di altri tempi. Belle le percussioni. Bellissimo pezzo! Incalzante.
- Muse on the Hook: bel sound sospeso in questa ballata con una eco genesiana, ottime tastiere e voce ancora una volta. E devo dire che qui la chitarra e poi la tastiera sono davvero eccellenti nei momenti di caos psichedelico ma non invasivi al centro del pezzo. Bellissimo!
- Another Inch Towards You: si apre con una bella sezione ritmica, tastiera e fiati. Pezzo... Solare.
- Where You Two Once Held Hands: il sitar elettrico è sempre qualcosa di magico e lo e' anche in questo brano, viene voglia di ballare sui bellissimi cori come facevo troppi anni fa, poi entra la batteria e il pezzo cresce. Grande composizione e un arrangiamento davvero spettacolare. Questi ragazzi suonano alla grande. A tratti mi ricorda le sensazioni delle più belle composizioni di Neil Young, non facile similitudine per nessuno al mondo.
Il pezzo che mi è piaciuto di più, un gradino sopra gli altri.
- Large as Lakes comincia con "Selling England By The Pound. Is from a song I heard a long time ago..." ed e' un racconto nel quale mi ritrovo perfettamente, mi ricorda sensazioni vissute e lo fa col testo e la musica. Emozionante. Da ascoltare e riascoltare.
- Back to Nowhere: Canterbury stile con la sua tastiera virtuosa e una sezione ritmica e di fiati invidiabili. Un pezzo che fa sognare.
- Blank Sheet: chiude il disco con un bel caos nella intro e chitarre in perfetto stile genesiano, batteria sincopata ed echi di un passato mai veramente passato, almeno per me. Come in tutto il disco un bellissimo lavoro di percussioni, poi entra la tastiera a cambiare il pezzo che si velocizza e diventa sempre più coinvolgente nella parte strumentale. Grande chiusura dell’album un po’ rock sinfonico e un po’ jazz rock. Tutto quello che piace a me.
Un disco che sicuramente ascolterò spesso. Belli i testi. Un artwork essenziale in bianco e nero che riprende l’atmosfera serena dell’album e che diventa pieno di colori gia' dopo il primo ascolto.
Ascoltatelo!
I Brani:
1. On Remnants of Light (4:26)
2. Head in the Sand (4:15)
3. While Our World Is Still Revolving (4:38)
4. Muse on the Hook (4:08)
5. Another Inch Towards You (4:04)
6. Where You Two Once Held Hands (6:40)
7. Large as Lakes (4:10)
8. Back to Nowhere (4:51)
9. Blank Sheet (4:28)
Durata 41:40
La Band:
- Bjørn Klakegg / lead vocals, electric guitars, acoustic guitars (7,9), flute, fiddle, hurdy-gurdy
- Erlend Slettevoll / electric piano, Hammond organ, clavinet, acoustic piano, Prophet-5, ARP Odyssey, Minimoog, backing vocals (5)
- Nikolai Hængsle / electric bass, backing vocals, lead vocals (6), acoustic guitars (3,5,6,8), electric guitars (2,5,6), glockenspiel, Moog Taurus, percussion
- Ola Øverby / drums, congas, percussion, backing vocals (5)
Ospiti:
- Solveig Wang / clarinet (7), backing vocals (5)
- Ingrid Støylen Runde / backing vocals (5)
- Camilla Brun / backing vocals (5,6)