Nell'attesa del concerto a Roma, chiudo la serie dei primi quattro album del genio Steven Wilson con il suo album che amo di piu' in assoluto
Hand. Cannot. Erase. un concept album che narra la vera storia di Joyce Carol Vincent, una donna trovata tragicamente senza vita nel proprio appartamento a due anni di distanza dalla morte, senza nel frattempo essere stata cercata da nessuno, nonostante avesse una famiglia e degli amici. Tratta il tema dell'alienazione introdotta da una società che per quanto super-connessa non lascia quasi piu' spazio al contatto umano, una piaga sociale piu' che mai attuale soprattutto nelle grandi citta', il valore dell'amicizia si riduce ad un like su un post, ad un segno di spunta su una chat, in cui i "come stai" sono ormai frasi di circostanza. Questo tema me lo fa preferire anche grazie al bellissimo Artwork, ricco di contenuti in copertina, sui vinili e sul book allegato (che trovate interamente fotografati), me lo fa preferire dicevo, a qualsiasi altro album di Wilson. Se The Raven e' forse il piu' bello dal punto di vista tecnico e compositivo, questo lancia un messaggio gigantesco in musica e lo fa come una colonna sonora, ma non di un film, della vita di una donna e della sua incredibile morte.
Straordinaria per me resta la serie Home Invasion - Regret - Transience, potrebbe essere una suite in tre parti, e' una sequenza capolavoro del progressive con le sue lunghe parti strumentali in cui c'e' tutto quello che mi piace, compreso un giro fusion, il prog elettrico, le atmosfere psichedeliche, fasi aperte e epiche che si alternano con tastiere distorte e chitarre dure e asciutte quasi underground e poi ancora chitarre lunghe floydiane e poi una fase di sospensione, di attesa angosciante, con un grandissimo solo di tastiere e giochi di batteria che accenna controtempi e lancia accenti mai invasivi, potrebbe essere una Jam ma non lo e', quella pero' e' la sensazione, fin quando la chitarra entra decisa col suo grandioso solo, il pezzo cresce in una lenta inesorabile esplosione, tutti gli strumenti si fanno protagonisti, le tastiere sono un tappeto epico su cui la chitarra "urla consonanti"... Meraviglioso il passaggio breve al piano per poi lasciare spazio ad una fase acustica fatta di arpeggi di chitarra e voce...
1. First Regret (2:01)
2. 3 Years Older (10:18)
3. Hand Cannot Erase (4:13)
4. Perfect Life (4:43)
5. Routine (8:58)
6. Home Invasion (6:24)
7. Regret #9 (5:00)
8. Transience (2:43)
9. Ancestral (13:30)
10. Happy Returns (6:00)
11. Ascendant Here on... (1:54)
Durata 65:44
- Steven Wilson - voce, chitarre elettriche (3-7, 10) e acustiche (2, 4-6, 8, 10), banjo (7), tastiere, Mellotron M4000, basso (1, 2, 5-7), dulcimer a percussione (9), shaker, effetti, programmazione, cori (5, 10, 11) e archi (9, 10), arrangiamenti, produzione e mixaggio
Con:
- Leo Blair - voce solista (5)
- Guthrie Govan - chitarra solista (1, 2, 5-7, 9, 10)
- Dave Gregory - chitarra (2, 10) e chitarra a 12 corde (3)
- Adam Holzman - pianoforte, Hammond B3, Fender Rhodes, celesta (3, 5, 9), Wurlitzer (7), Moog solo (7)
- Theo Travis - sassofono baritono e flauto (9)
- Nick Beggs - basso (3, 9), Chapman Stick (4, 6, 10), cori (2, 4-6, 9, 10)
- Marco Minnemann - batteria
- Chad Wackerman - batteria (10)
- Ninet Tayeb - cori (3, 5, 9)
- Katherine Jenkins - voce (4)
- Dave Stewart - coro (5) e archi (9) arrangiamenti
- Schola Cantorum della Cardinal Vaughan Memorial School - cori (5, 10, 11)
- London Session Orchestra - archi (9, 10)