Per gli amanti del Rock Psichedelico e dello Space Rock con tonalita' veramente Heavy, ecco Earthbound dei Kanaan, album del 2021.
Album album che ho giudicato Eccellente al primo ascolto, poi da urlo al secondo, ed e' poi passato di ruolo a Capolavoro, del Northern Prog.
Di questa band ho gia' parlato in merito all'album Langt, Langt Vekk, nato dalla collaborazione dei Kanaan & Aevestaden.
Si tratta di un trio psichedelico con un sound influenzato dal Jazz e originato prevalentemente da jamming, ma non solo, insieme a grandi Riff troviamo le jam, troviamo grandi composizioni e brani strutturati ma anche inprovvisazioni e sperimentazione.
Questo disco e' piu' pesante pero', scordate il Jazz del quale resta la filosofia, la creativita', il gesto artistico, ma i suoni no, non sono assolutaente jazz.
Un album che esalta con potenza l'unione di suoni Heavy e distorti con la psichedelia.
Earthbound e' aggressivo, caratterizzato da un sound lento e pesante con accordature basse, un potente basso elettrico, fasi melodiche e una produzione che richiama sonorità più vintage, con rumori (voluti) da saletta, il Jack che si stacca, l'ampi che si spegne, il rumore elettronico del silenzio.
Toni di chitarra distorti e linee di basso pesanti, grande capacita' di esecuzione che non lascia la melodia in secondo piano, ma non sempre, grandissima ricerca dei suoni senza rinunciare alla complessita', una grande naturalezza e spontaneita' nonostante la bella struttura.
- Return to the Tundrasphere, brano da urlo, chitarre distorte e batteria distrutta, piatti spaccati, si prende una pausa psichedelica con basso e batteria in sordina e assolo eclettico di chitarra dissonante, quasi scordata, in crescita fino alla dura ripartenza, basso profondo distorto. Fantastico.
- Pink Riff inizia caotica, qualcosa si e' rotto in sala prove (sembra), e poi parte una ritmica incalzante con riff di chitarra di base e notevoli suoni space di synt, stacchi improrvvisi e la sezione ritmica impazzita come la chitarra nel suo solo infinito. Mostruoso.
- Bourdon parte incalzante con una andatura piu' strutturata e melodica, la chitarra e' densa e piena di sustain ma non caotica e distorta al limite come nei brani precedenti. E' una Jam in cui la batteria si arrichisce di belle variazioini sul tema. Tastiere imponenti e mellotron. I riff di questi brano sono potenti e trascinanti e le variazioni introdotte con i loro stacchi contrastanti e improvvisi sono davvero sorprendenti. Pezzo geniale per la densita' di interventi dissonanti e di rumori, sempre pero' in linea col pezzo. C'e' anche spazio per un ritornello quasi pulito, potrebbe essere un errore di registrazione :) Ma non lo e'.
- Mirage, psichedelia al suono di percussioni lontane e chitarra echeggiante fin da subito, ti aspetti una esplosione, una botta. Ma no, stavolta resta in tema e si conclude senza strappi. Bella atmosfera anche quando resta solo la chitarra ...
- Mudbound apre il lato B, il brano piu' lungo, giro profondo e inquetante di batteria, con basso superdistorto, riff distorto di chitarra, una marcia da film fantascientifico, quando il mostro arriva e sta per spaccare tutto. Che groove e che tensione. Il brano si fa piu' complesso nella parte centrale, la batteria smette di tracciare il solo tema portante e comincia a variare, controtempi e incursioni sui tom piu' acuti, gli altri lo seguono, il brano cresce di intensita' ma lentamente. E' una Jam. Vorrei essere li a vederli dare il meglio senza perdere lo schema e senza sovrastare o rovinare tutto, cosa frequente se le jam non le sai fare, e non lo fanno, vanno dritti nella loro mancanza di direzione, tenendo alto il pezzo, il groove, il trasporto. Poi si prende una pausa con pochi synth e chitarra ... ma il batterista ha ancora qualcosa da dire e ci gioca sotto (lo facevo anche io ma quasi mi menavano)... il brano riprende struttura allora, se vuole suonare facciamolo suonare e basta :) e la ripartenza e' lunghissima, dura oltre un minuto in costante crescita. E poi l'esplosione. Tempo piu' lento e duro. Grove da brividi come da brividi arriva l'assolo di chitarra, pulitissimo stavolta, ci sta dicendo "che te credi, non ho bisogno del distorsore per suonare, adesso ti faccio vedere io2. E lo fa in modo spettacolare. Brano che sembrava una jam ma scopro avere una bellissima struttura. Mi hanno fregato. Alla grande. Capolavoro che vale il disco.
- Crash e' una sequenza di ... Crash .... suoni lunghissimi, bassi, distorti di chitarra, che variano in tono e intensita' e sui quali si scagliano intermezzi improvvisi di percussioni e batteria e brevi riff e basso e colpi di synth, tutto questo per tutti gli oltre 5 minuti, anzi 4 e 50, perche' sul finale il batterista si rompe e esce dallo schema. Bello!
- No Star Left Unturned parte con chitarra distorta con suoni lunghissimi e rullata continua, il basso disegna una ritmica bassa e veloce, la batteria un tempo continuo e incalzante, i synth un giro molto psichedelico, ininterrotto, ipnotico ma travolgente insieme fin quando plana un aereo con le eliche da elicottero e il motore da astronave, non so come lo hanno suonato ma lo hanno fatto. Chiude la chitarra con un suo ultimo gemito distorto. Spettacolare.
Ci sono realta' della musica attuale quasi sconosciute, ho avuto la fortuna di andare in Norvegia e parlare con piu' di un negoziante di dischi e ho chiesto qualcosa di buono della musica Norvegese, del prog locale che sapevo essere una scena molto attiva e densa di grandi innovazioni e talenti. Questo e' uno di quelli e ve lo consiglio alla grande. Questa band di Olso spacca.
1. Prelude (1:35)
2. Return to the Tundrasphere (8:41)
3. Pink Riff (3:15)
4. Bourdon (7:24)
5. Mirage (2:51)
6. Mudbound (11:54)
7. Crash (5:16)
8. No Star Left Unturned (4:59)
Durata 45:55
La Formazione
- Chiedi a Vatn Strøm - chitarre, percussioni, oscillazioni
- Ingvald André Vassbø - batteria e percussioni, speed Farfisa
- Eskild Myrvoll - basso, sintetizzatori, Mellotron, chitarra