Lizard by King Crimson

Lizard dei grandissimi King Crimson, del 1970

E' il loro terzo album in studio, pubblicato un anno dopo In the Court of the Crimson King e lo stesso anno di In the Wake of Poseidon e questo e' il suo grandissimo difetto, essere pubblicato a cosi' poca distanza da album storici, capolavori assoluti, ed esserne diverso (questo per la critica, ma non per me)

Il sound dell'album è  influenzato dal jazz e c'e' molta sperimentazione, fusione di rock, jazz e musica classica come pochi sono riusciti a fare, ed arriva ad essere sia epico che intimo ma anche caotico, a volte impossibile da classificare in uno e piu' generi, segnato da una creativita' impressionante.

La formazione era stata fortemente rimaneggiata:

  • Del primo e secondo album compaiono Robert Fripp , Mel Collins e  Peter Sinfield, uno solo di quesi basterebbe per farne un capolavoro)
  • Restano anche Gordon Haskell e Keith Tippett dal secondo album
  • Compare per la prima e unica volta Andy McCulloch alla batteria e ci sono partecipazioni di Jon Anderson, Robin Miller, Mark Charig e Nick Evans.
  • Non ci sono invece Greg Lake (che aveva lasciato per formare gli Emerson, Lake & Palmer), Ian McDonald, e Jakko Jakszyk dal primo, Michael Giles da primo e secondo e Peter Giles dal secondo
I suoi difetti rispetto ai precedenti, sono i suoi pregi a mio avviso

  • è  il più "difficile" dei primi album dei King Crimson ed e' questo che mi piace.
  • va in una nuova direzione, più profondamente nel jazz. Anche questo per me e' un plus.
  • è un disco di avanguardia e ancora oggi richiede un ascolto attento e impegnativo. Adoro quando un album non si fa capire a fondo e ad ogni ascolto lascia qualcosa di  nuovo.

Cirkus, Indoor Games e Happy Family sono brani dominati dalla grande voce di Gordon Haskell, potente e profonda, intima, teatrale e delirante. Lady of the Dancing Water, il brano meno complesso del disco ci dona un aspeto piu' leggero e poetico della sua voce invece.

Grandiosa la suite, la Title track, con Jon Anderson degli Yes alla voce, con meno sperimentazione jazzistica e piu' ispirata dal progressive rock "convenzionale", con il suo grandissimo  mellotron e arrangiamenti di ispirazione classica

Big Top ripete il tema di Cirkus chiudendo un disco maestoso.

La copertina è fantastica, i testi di Pete Sinfield sono intrisi di versi meravigliosi. 

Un disco che e' un capolavoro, nonostante l'ombra imponente dei primi dua album e che deve comparire in qualsiasi collezione per amanti del proressive rock, assolutamente,

I brani nella mia versione (The original stereo mix of the 1970 classic. -  Newly cut from masters approved by Robert Fripp, del 2012)
1. Cirkus (including Entry of the Chameleons) (6:27)
2. Indoor Games (5:37)
3. Happy Family (4:22)
4. Lady of the Dancing Water (2:47)
5. Lizard (23:15) :
- a. Prince Rupert Awakes (4:34)
- b. Bolero - The Peacock's Tale (6:32)
- c. The Battle of the Glass Tears (11:01)
- i) Dawn Song
- ii) Last Skirmish
- iii) Prince Rupert's Lament
- d. Big Top (1:08)
Durata  42:28

La Formazione
- Robert Fripp - chitarra, Mellotron (1, 2, 5), synth e organo (2), elettronica, co-produttore
- Mel Collins - flauto, sassofoni
- Gordon Haskell - basso, voce
- Andy McCulloch - batteria
- Peter Sinfield - testi, synth VCS3 (2, 3), co-produttore
Con:
- Jon Anderson - voce (5a)
- Keith Tippet - pianoforte, pianoforte elettrico
- Robin Miller - oboe, corno inglese
- Mark Charig - cornetta
- Nick Evans - trombone

Le Foto