The Mountain, terzo album degli Haken, del 2013 che come detto dai chitarristi Richard Henshall e Charlie Griffiths “… è il simbolo del nostro viaggio come gruppo musicale, ma riflette anche prove più ampie e le tribolazioni della vita. Dal lato dei testi, abbiamo svolto un sacco di ricerca interiore che ha dato all'album una profondità emotiva [...] Musicalmente, i nuovi brani risultano più grezzi ed emozionanti rispetto a qualsiasi cosa che abbiamo creato in passato. Tutti gli elementi essenziali delle nostre sonorità sono ancora presenti, ma sono stati direzionati verso uno stile più grintoso e mirato.”
Qui in una versione pubblicata nel 2021 con due tracce bonus (The Path Unbeaten e Nobody).
All’ascolto ritrovo quanto descritto dalla band, aggiungo che con questo album gli Haken hanno convertito la “speranza” data dai due album precedenti nella rinascita del prog, in una certezza, con un album che può primeggiare con opere rock di band più blasonate, spaziando fra sonorità diverse, come molto evidente nel complesso e bellissimo Cockroach King, fatto di giochi di voci, giri jazz di pianoforte, basso e batteria e assoli di chitarra.
Più prog metal invece Atlas (bellissimo il piano stile prog degli arbori), In Memoriam e Falling Back To Earth; più melodica Because It’s There come anche As Death Embraces, piano e voce come la traccia di apertura The Path. Pareidolia e’ una complessa suite che porta suoni orientaleggianti; Somebody chiude con tono epico l’album. Bellissime anche le bonus track.
Questo The Mountain forma una serie di tre album bellissimi, dall’esordio con Aquarius, passando per il successivo Visions. Tutti e tre consigliatissimi. Questo fra i tre a mio avviso sopra gli altri due, se non altro per la continuità, creatività e conferma delle capacità artistiche e tecniche di una band a mio avviso grandissima. A presto… con i lavori degli Haken successivi a questo.



